mercoledì 30 dicembre 2015

OSTIA: SCOPERTI MOLI ROMANI SOTTO IL PILONE OSTIENSE DEL NUOVO PONTE DELLA SCAFA

Proprio dove dovrebbe sorgere il pilone ostiense del famigerato nuovo Ponte della Scafa, scosso da vicende giudiziarie e ricorsi amministrativi, sono emersi nuovi resti dell'antico molo di età romana. In questo modo resta confermato l'andamento dell'antica linea di costa che vedeva l'ingresso delle navi romane presso la foce del Tevere, a quel tempo posizionata all'altezza dell'attuale Tor Boacciana, il presunto faro del porto fluviale di Ostia. I lavori di indagine archeologica, commissionati dal Comune di Roma, che vedono come responsabile del procedimento l'Ing. Roberto Botta del Dip.to S.I.M.U. e come archeologo responsabile la Dott.ssa Alessandra Ghelli, sono iniziati il 25 novembre 2015 e si sono conclusi pochi giorni fa. Ancora sono visibili nel terreno i fori dei carotaggi, scesi a 15 metri di profondità. Da scavi compiuti in due zone, una dentro un'area espropriata, l'altra a ridosso della torre, sono comparse strutture romane che lasciano intendere l'esistenza di moli analoghi a quelli massicci e imponenti ritrovati sul lato opposto di via Tancredi Chiaraluce.
I soldi pubblici sono quelli provenienti dalla Delibera C.d.A. n.272 del 15 ottobre 2012 (fondo n.1238) della Soprintendenza Archeologica del Comune di Roma, destinati anche ai lavori di scavo, recupero e restauro delle imbarcazioni lignee ritrovate durante i saggi di scavo sull'Isola Sacra. Oggi tale cantiere (a destra, superato l'attuale Ponte della Scafa) è abbandonato, chiuso il 20 novembre 2015 dopo 8 mesi di attività. Anche di questi lavori non si sa nulla ma sembra che i legni delle navi romane siano stati tagliati e portati all'interno dell'area degli Scavi di Ostia, compromettendo così una futura e fedele ricostruzione delle stesse navi romane.
Si amplificano dunque le incertezze sull'effettiva realizzabilità del Nuovo Ponte della Scafa, dubbi recentemente sollevati anche dal Comune di Fiumicino, nella persona dell'Assessore ai LL.PP. Angelo Caroccia, più orientato all'ampliamento dell'esistente ponte e al raddoppio di via della Scafa con realizzazione di opportune rotatorie. Ora si tratta di capire cosa intenderà fare la Soprintendenza Archeologica perchè oltre ad aver speso fino ad oggi oltre 2 milioni di euro per tali sondaggi, ha dichiarato in data 8 settembre 2015 che serviranno altri 6 mesi per completarli ed emettere il proprio parere.
Quando si capirà che tale opera, un progetto finanziato per un totale di 39 milioni di euro, non solo è inutile ma devasterà l'ambiente e i reperti archeologici dell'area?
Non bastasse, è di pochi giorni fa la notizia che l'Ing. Roberto Botta risulta indagato per «concorso in turbativa d’asta» all'interno dell'inchiesta sulle mazzette per i lavori stradali a Roma.
Il funzionario, secondo la Procura, avrebbe alterato le gare indette dal Comune per favorire un cartello d’imprenditori. L’elenco degli imprenditori nel mirino dei pubblici ministeri comprende anche Luca e Attilio Maria Navarra, presidente e consigliere del Consorzio Stabile Sinercos, accusati di aver fatto pressioni per ottenere proprio l’appalto del nuovo Ponte della Scafa. La Sinercos è stata recentemente riammessa come vincitrice con una discutibile sentenza del Consiglio di Stato.
Informeremo a questo punto l'ANAC (l'Autorità Nazionale Anti Corruzione) per verificare se, in un territorio commissariato per mafia come Ostia, questi appalti (pur gestiti da Roma) hanno seguito la regolare procedura in quanto andrebbe acquisita «l'informazione antimafia precedentemente alla stipulazione, all'approvazione o all'autorizzazione di qualsiasi contratto o subcontratto» con la pubblica amministrazione.

A questo link la nota inviataci (a seguito dell'articolo) dalla Italiana Costruzioni Spa.
Di seguito la nostra risposta:
Spett.le Italiana Costruzioni S.p.A.,
il sottoscritto dr.Ing. Andrea Schiavone, in qualità di presidente della Associazione Culturale ‘Severiana’, risponde alla Vostra nota prot. 0014/16 per precisare quanto segue.
Le notizie sull’Ing. Roberto Botta riportate dall’articolo sono quelle presenti sulla gran parte dei quotidiani nazionali. Ben venga qualsiasi chiarimento in sede giudiziaria, di cui apprendiamo notizia soltanto tramite la Vostra nota. Per quanto riguarda la sentenza del Consiglio di Stato, la libertà di opinione e di critica è ancora ammessa in Italia e non mi sembra di ravvisare nell’articolo estremi riconducibili al reato di diffamazione. Francamente è un po’ esagerata la conclusione della Vostra nota in cui si accusa l’Associazione Culturale ‘Severiana’ di poter provocare “danni enormi” alla Vostra azienda.
Tutto quanto sopra premesso, farò pubblicare a nota dell’articolo, oggi stesso, sul nostro sito (www.severiana.it), la Vostra nota integrale e la presente risposta.
Non c’è alcuna intenzione di diffamare la Vostra azienda ma sicuramente l’Associazione Culturale ‘Severiana’ si impegnerà fino in fondo per contrastare, nei termini consentiti per legge, la realizzazione del nuovo Ponte della Scafa che (da sempre, prima ancora della aggiudicazione della gara) riteniamo invasivo e inutile in un’area di così delicato valore storico archeologico.
Concludo, ribadendo la più ampia disponibilità a qualsiasi forma di confronto che non sconfini però nell’intimidazione o nella minaccia di azioni legali temerarie.

Distinti saluti.