martedì 26 febbraio 2013

XIII MUNICIPIO, ex-CAMPING CAPITOL – SEVERIANA: ”CHIEDEREMO LA RIGIDA APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA SULLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE”

L'area dell'ex Camping Capitol su via di Castelfusano è classificata da sempre come di notevole importanza da un punto di vista archeologico. Già da tempo indagata per un reticolo viario a servizio di tombe e ville rustiche romane, è stata oggetto di ritrovamenti fin dal 2006: in particolare, sepolture terragne e alla cappuccina, nonché strutture a livello di fondazione di epoca tardo-romana. Tutto questo è caduto però nel dimenticatoio e nessun vincolo è stato mai apposto sull'area. Inerzia da parte della Soprintendenza? Nessuna risposta. Se è normale che sondaggi archeologici in corso di esecuzione lavori (pubblici o privati) possano restituire imprevisti ritrovamenti, non è normale che, dove già si conosce che ci sono resti nel sottosuolo, si intervenga lo stesso senza alcuna modifica del progetto iniziale. Sono passati 7 anni ed è come se nulla fosse mai stato. Non ci risulta neppure che sia stato mai fatto un aggiornamento della cartografia archeologica.
Ricordiamo che per quanto riguarda i lavori di scavo previsti da soggetti privati subentra spesso la mediazione delle amministrazioni comunali, che in molti casi hanno utilizzato i poteri autonomi loro conferiti in campo di programmazione urbanistica per disporre che gli interventi di scavo localizzati in aree di presunto interesse archeologico siano sottoposti a visto preventivo da parte della soprintendenza. Nel caso dell'ex Camping Capitol addirittura ci ritroviamo invece davanti a un'autorizzazione rilasciata dal Dipartimento Turismo di Roma Capitale (d.d. 57 del 08.08.2012, autorizzazione unica n.QA8030 del 30.11.2005)
Per tali motivi chiederemo formalmente spiegazioni alle istituzioni competenti in materia del perché non sia stato seguito alla lettera il contenuto della circolare n.10 del 15 giugno 2012 emessa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell'ambito delle procedure di verifica preventiva dell'interesse archeologico dell'area in questione, che prevede, tra le altre cose, la gestione dei reperti di scavo, la stesura di una relazione archeologica definitiva, i provvedimenti di tutela nonché la pubblicazione dei risultati delle indagini.

domenica 24 febbraio 2013

XIII MUNICIPIO, VIA DI ACILIA: UNA ZONA ARCHEOLOGICA SENZA PACE

Esiste un serio problema, lungo il tratto di via di Acilia che dalla via Cristoforo Colombo giunge all'AXA. Qui, iniziati i sondaggi archeologici solo dopo nostra segnalazione, nulla si è più saputo da parte della Soprintendenza. Nel frattempo è stata realizzata una strada provvisoria, parallela alla Colombo, per consentire alcuni lavori ACEA, proprio dove esiste, appunto, il vincolo archeologico. Come dire: se non controllano i cittadini, chi lo fa? La foto allegata è significativa. Una strada lunga almeno 500 metri, ottenuta con pietrisco e materiale edile da discarica, affiancata nel tratto terminale da una profonda trincea per il passaggio di un cavidotto, si è insediata sopra un'area segnalata nelle carte ufficiali a forte presenza di materiale fittile di età romana, forse una villa rustica. Chi ha dato i permessi? Abbiamo cercato di reperire informazioni ma sembra che nessuno ne sappia nulla. Pertanto, se non ci saranno novità in tal senso, saremo costretti a produrre l'ennesimo esposto verso gli enti competenti in materia. In contemporanea sono ripresi i lavori sulla via di Acilia all'altezza di via F.Menzio, lavori che serviranno soltanto ai residenti del complesso delle Terrazze del Presidente, enormi palazzoni costruiti senza concessione edilizia e salvati da una discutibile sentenza del GUP di Roma, Roberto Saulino. Come per i precedenti, solleviamo anche su questi lavori forti perplessità sulla trasparenza amministrativa e sarebbe interessante conoscere costi e tempi di realizzazione da parte della EUR Servizi Terziari, la società legata al costruttore Pulcini che dovrebbe mettere mano a tutte le opere di urbanizzazione dell'area in convenzione. Perché se una cosa è certa è che ogni opera legata al raddoppio della via di Acilia o che comunque insiste nelle sue vicinanze deve passare sotto il vaglio dei sondaggi archeologici preventivi.